
Tutta la vita, la formazione, l’ispirazione, la Spiritualità e la Missione di Santa Francesca Cabrini, sono pervase dall’Amore del Sacro Cuore di Gesù di cui Lei diventa l’appassionata Missionaria, portatrice del Suo Amore Misericordioso.
Il percorso di Madre Cabrini nel Cuore di Gesù inizia già dalla sua prima giovinezza. Il suo confessore la educa “ad andare a dire tutto a Gesù”. Era nata nel 1850 a Sant’Angelo Lodigiano mentre la devozione al Sacro Cuore veniva propagata da una seria preparazione liturgica ravvivata dalla beatificazione di Margherita Maria Alacoque avvenuta nel 1864 da parte del Papa Pio IX. Di essa la Chiesa riteneva valide per la santità dei fedeli, le apparizioni di Paray-Le-Monial.
Anche gli studi della giovane Francesca si svolgono presso le Figlie del Sacro Cuore di Arluno, Fondate da Santa Teresa Eustochio Verzeri; qui rafforza la sua devozione già iniziata nella loro casa di Sant’Angelo dove fin da bambina si lasciava affascinare dal quadro che, ancora oggi, si trova nella Cappella. 
Nel “Libro dei doveri” di S. Teresa Verzeri, Francesca aveva imparato: «Il Cuore adorabile di Gesù è la sede di tutte le virtù, l’unione di tutte le grazie, la sorgente della soavità e della dolcezza… Dovete imparare da Lui la mitezza e l’umiltà; dovete ardere della sua stessa carità… abbandonatevi in questo oceano d’amore e di carità».
Nel 1871, Francesca viene attratta ancora di più dall’Amore di Dio, poiché la Parrocchia di Sant’Angelo Lodigiano viene consacrata al Sacro Cuore di Gesù. Per quell’occasione si coniò il motto impresso in una targa: «A Lui il nostro cuore, il Suo Cuore a noi».

Foto della Cappellina della Scuola di Sant'Angelo Lodigiano In Italia dove è raffigurata l'apparizione del Sacro Cuore di Gesù a Margherita Maria Alacoque e dove Francesca Cabrini da piccola era solita andare a pregare.
Dal 1874 al 1880 Francesca Cabrini vive un lungo periodo di sofferenza e di perplessità nella Casa della Provvidenza. In quell’oscurità, quando tutto sembra tarpare le ali alle sue speranze, l’Amore del Cuore di Gesù si rivela con le Sue misteriose consolazioni. Francesca scrive parlando in terza persona: “Mentre un’anima stava sfogandosi in santi affetti verso Gesù. Egli le mostrò il suo amabilissimo Cuore dicendogli: Mia diletta, il tuo cuore è mio, lo voglio per me in perpetuo e però te lo levo dal petto perché d’ora innanzi tu non operi che col mio. E in sì dicendo quell’anima sentì toglierselo dal petto a grande forza e poi per più di un anno ebbe sussulti in quella parte, insoliti, sui quali anche i medici non sapevano che dire. Da quel punto anche sentivasi quell’anima come languire d’amore pel suo diletto, specialmente ogni volta che stava innanzi all’immagine del Sacro Cuore che pareva sempre gli parlasse e teneramente la guardasse.”
Quando Madre Cabrini fonda l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, desidera mettere sull’altare della prima Cappella il Sacro Cuore di Gesù. Ricordiamo che Mons. Antonio Serrati voleva mettere la Madonna, ma non vi riuscì e Madre Cabrini disse la famosa frase: «Io avrei qui un quadro del Sacro Cuore…».

Le Memorie ricordano che le Missionarie iniziano così la loro avventura missionaria a Codogno: «In questa borgata di Codogno veniva disponendo il Signore un piccolo drappello di Vergini, raccoltesi intorno alla Rev.ma Madre Francesca Saverio Cabrini, che, piena di zelo sentivasi struggere dal vivissimo desiderio di dar vita ad un Istituto Religioso, che basato sul totale rinnegamento di se stesso attingesse dal Cuor SS. di Gesù quello slancio di viva Fede e di santo coraggio di cui già era pieno l’animo suo.»
Le “Prime Regole” approvate nel 1883, iniziano così: «L’amabilissimo Cuore di Gesù col fuoco dell’ardentissima sua carità infiammi le anime di queste Vergini che si uniscono in Società per attendere al doppio scopo dell’Istituto di Missionarie del Sacro Cuore di Gesù: quello cioè di perfezionare le loro anime nelle virtù evangeliche e di procurare la salvezza al maggior numero possibile di anime, mediante l’esatta osservanza delle Regole qui innanzi proposte.»
Il sogno missionario di Madre Cabrini sta per diventare una meravigliosa realtà, ma le contraddizioni non mancano, non manca la sofferenza, non mancano le incomprensioni. Così a Roma viene respinta a Codogno dal Cardinal Vicario. Madre Cabrini attende e spera: «Il Sacro Cuore gli cambierà il cuore».
Cambiano i progetti missionari, Madre Cabrini lascerà i suoi sogni per seguire i “sogni” di Dio: sta per diventare la Madre degli Emigranti, accetta di partire per gli Stati Uniti ma presto sentirà disprezzo ed emarginazione come i suoi connazionali. Non c’è accoglienza, non c’è Casa, non ci sono soldi.
Dicono le “Memorie”: «Il P. Morelli ebbe ancora molto da lottare coi suoi timori ecc… ma la Madre cercò di persuaderlo di accontentare in tutto che si può S. E.; come la migliore raccomandazione per incominciare bene le opere. Partiti che furono raccomandammo di nuovo al Sacro Cuore il nostro importantissimo affare però con tutta la calma pienamente persuase che tutto si otterrebbe dalla bontà del Cuore SS. di Gesù.»
Aiuta le Missionarie a crescere nella Fede e le educa alla Carità del Cuore di Gesù. Propone un ideale Missionario esigente ma entusiasmante: “Scioglietevi e mette le ali”: «Avanti con coraggio, figliuole, sappiatevi guadagnare il dolce sguardo di Gesù, che, una volta posato su di voi, non avete più nulla a temere. Soffi pure il vento a sua possa, si scateni la tempesta, noi siamo al sicuro, purché rifugiate nell’Arca Santa, nel Cuore Santissimo di Gesù, nel Cuore del nostro dolcissimo Sposo. Rinchiuse in questa Fornace di amore, tutto ci sarà facile, tutto ci riuscirà dolce: l’esatta osservanza – il compito più gradito, il poter lavorare e sacrificarci per amore del Divin Cuore – la brama più ardente dell’anima nostra.» 
 




Esorta le Missionarie al culto dell’Eucaristia fonte di ogni grazia: «Corriamo dunque, o figliuole, corriamo spesso al Tabernacolo, come il cervo assetato corre al fonte vivo d'acque limpide. Tendiamo sempre al divin Cuore: pensiamo a Lui, corriamo a Lui, sospiriamo per Lui unicamente e sempre, poiché la veemenza dell'amor di Gesù per noi, i prodigi delle invenzioni del suo amantissimo Cuore per noi sono qualche cosa di meraviglioso.» 
A questa scuola le sue Missionarie hanno imparato che il Sacro Cuore: «È la fonte inesauribile di ogni bene, ove conviene che ci perdiamo con immensa fiducia; Egli è un abisso di amore, dove è la nostra vera stanza, il riposo nostro, ove ci possiamo mettere al coperto in ogni nostra più critica circostanza. Egli è il vero oratorio di pace e di delizie, l’unico necessario al nostro cuore, il nostro tutto in tutte le cose».
 
«Tutto alla maggior gloria del Cuor SS. di Gesù» e nelle difficoltà: «Omnia possum in Eo qui me confortat».
 
Grazie a Suor Maria Barbagallo, MSC per questi testi.